Nel suo rapporto 2021 (#WWFReport), il WWF esorta il governo britannico a introdurre una legislazione che consenta l'uso di farine di insetti nei mangimi per suini e pollame e che ampli la gamma di materie prime che possono essere utilizzate per l'allevamento di insetti.
Una nuova tabella di marcia per accelerare la presenza di proteine di insetti nei mangimi del Regno Unito è stata realizzata da ADAS e Michelmores per conto del WWF e di Tesco (fonte: WWF Report 2021). La ricerca fornisce una valutazione indipendente e neutrale di come la catena di valore della biomassa di insetti del Regno Unito potrebbe essere scalata per fornire farina di proteine di insetti trasformate da utilizzare nei mangimi per animali da allevamento per pollame, suini e acquacoltura.
Gli animali da allevamento svolgono un ruolo fondamentale nel sistema di produzione alimentare, consentendo la creazione di prodotti alimentari per l'uomo, spesso utilizzando materiali altrimenti inadatti al consumo umano diretto. La produzione di ingredienti per mangimi entra in competizione con i terreni che potrebbero essere utilizzati per produrre altre colture alimentari destinate al consumo umano diretto.
Un modo per soddisfare il fabbisogno proteico degli animali è quello di diversificare le fonti proteiche utilizzate nei sistemi di produzione animale e di ridurre la dipendenza dalle catene di approvvigionamento globali.
Sebbene stiano emergendo una serie di nuove proteine (ad esempio, quelle derivate da alghe, batteri e lieviti), la proteina degli insetti è un'alternativa di cui è stato riconosciuto il notevole potenziale per l'uso nei mangimi (per specie come polli, maiali e salmoni). Le proteine degli insetti rappresentano un'opportunità per diversificare, sostituire o rimpiazzare alcuni degli attuali fabbisogni proteici degli animali soddisfatti dalla farina di pesce e dalla farina di soia. Non solo gli insetti possono essere allevati in spazi relativamente ridotti rispetto ad altri prodotti agricoli, ma offrono l'opportunità di utilizzare sottoprodotti che altrimenti andrebbero sprecati e l'allevamento può essere condotto su terreni non agricoli con minori conseguenze ambientali.
(Fonte: Rapporto WWF 2021)
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